L'Iran ha intenzione di vendicarsi contro gli Stati Uniti per il sabotaggio contro il suo programma nucleare, secondo un editoriale del quotidiano Kayhan, del portavoce del leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei.
Gli Stati Uniti hanno tutte le sue infrastrutture connesse a Internet, dice l'editoriale, e di conseguenza, "è costantemente preoccupato per un attacco informatico. Subiranno la madre di tutte le lezioni ".
In particolare, l'Iran sta cercando di lanciare un attacco informatico contro i sistemi di rete elettrica degli Stati Uniti.
Funzionari iraniani sono furiosi per l'assassinio del 23 luglio dello scienziato nucleare Dariush Rezai-Nejad, Egli è il terzo scienziato nucleare iraniano assassinato dal 2009.
La frustrazione per gli atti di sabotaggio è iniziata con il virus Stuxnet con cui sono state distrutte 1.000 delle centrifughe presso l'impianto di Natanzs.
Obama chiama Berlusconi: discutono della crisi finanziaria.....e anche della Siria.
Diciamo che lo scopo della chiamata era proprio la Siria.
Il problema della Siria è l'Iran, nel senso che attaccando la Siria vi sarebbe una reazione dell'Iran, che è l'unico paese rimasto solidale nonostante la repressione, ormai abbandonato anche dall'Arabia Saudita, che in "questo caso" è contraria alla repressione, perché con il Bahrein, la pensava diversamente, tanto da inviare il suo esercito.
Dimitri Rogozin, inviato della Russia alla Nato dice che starebbero "preparando piani per attaccare l'Iran ed eventualmente la Siria," o prima l'uno e poi l'altro.
A metà luglio alcuni media online israeliani riferivano, la 'previsione' di un ex ufficiale Cia, Robert 'Bob' Baer, su un ipotetico attacco d'Israele contro l'Iran e le sue installazioni nucleari gia' a settembre. Baer disse di ritenere ''quasi certo'' che il premier israeliano Benyamin Netanyahu pianifichi un'azione militare contro l'Iran.
Ormai sono 4 anni che circolano notizie su un attacco imminente....... anche questo potrebbe essere un falso allarme. Inoltre non è chiaro come facciano ad aprire un altro fronte di guerra considerando che non hanno i soldi per continuare le guerre in atto.
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